L’Atletica Leggera Vicentina
Al giorno d’oggi tutti gli appassionati vicentini di atletica leggera sanno che AV (Atletica Vicentina) è il nome della più blasonata società di atletica leggera della provincia di Vicenza, ma forse pochi sanno quando, come, dove e perché è nata l’Atletica Leggera Vicentina.
Per le ragazze ed i ragazzi che la praticano oggi può sembrare del tutto normale che l’atletica leggera si pratichi nel modo in cui loro sono abituati: usufruendo di attrezzature adeguate, allenatori preparati, società bene organizzate, impianti più che funzionali. In realtà non è stato sempre così.
La prima società “strutturata” in Vicenza fu la “Umberto I°”, fondata nel 1875, in cui si praticavano varie discipline: ginnastica, scherma e alcune specialità più “atletiche” quali corsa (veloce e di resistenza) e salti (alto, lungo, asta); le corse su strada anziché chiamarsi come oggi “podistiche” erano chiamate con un nome meno elegante : le gare“pedestri”.
In provincia seguirono altre benemerite società, in particolare a Schio, Valdagno, Bassano, Arzignano, Thiene.
E così si continuò fino al 1913, quando la Federazione Italiana di Atletica Leggera incorporò i salti ed i lanci, staccandoli dalla Ginnastica.
Con l’avvento del Fascismo il ruolo delle società sportive private venne fortemente ridimensionato a favore dello “sport di Stato”, soprattutto nel periodo che va dalla fine degli Anni Venti fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
In questo periodo a Vicenza, così come in numerose altre città italiane, furono costruite le prime strutture sportive “moderne”:
- l’attuale Stadio Menti (allora si chiamava Stadio del Littorio), inaugurato l’8 settembre 1935 (con pista di 400 m., a 6 corsie, fondo in tennisolite)
- l’attuale ex Gil (allora si chiamava La Casa del Balilla), inaugurata il 21 aprile del 1936 (con pista di 300 m., a 4 corsie, fondo in carbonella nera “e dura”)
Bisogna pensare che queste strutture dedicate allo sport erano per quell’epoca assolutamente d’avanguardia in quanto fino ad allora l’attività “su pista” a Vicenza non esisteva e le attività all’aperto si svolgevano in Campo Marzo o in Piazza d’Armi (zona San Bortolo, dietro la caserma Chinotto); invece le attività al coperto venivano svolte inizialmente nella Palestra di Santa Corona, poi si trasferirono a Santa Caterina (dove adesso sorge la Scuola Media Maffei) ed infine, dopo la Seconda Guerra Mondiale, in Piarda Fanton, dove esiste tuttora la sede dell’Umberto I°.
Tornando ai due impianti “moderni”, la Casa del Balilla veniva molto utilizzata anche per svolgere le lezioni di Educazione Fisica da parte delle Scuole Medie Superiori della Città (Pigafetta, Rossi, Lioy in primis), attività continuata fino a tutti gli Anni Sessanta.
Lo Stadio Menti, invece, veniva utilizzato solo per le gare ufficiali, con eventualmente la possibilità di usare il campetto retrostante lo Stadio esclusivamente per gli allenamenti degli atleti tesserati.
Infine l’attuale Stadio di Atletica Leggera, intitolato a Guido Perraro, è stato inaugurato il 2 maggio 1956 (con pista di 400 m., a 6 corsie in tennisolite mentre il fondo sintetico della pista oggi esistente risale ai primi anni del 2000, con l’ultimo rifacimento della pista nel 2018).
In provincia i primi due impianti dedicati all’Atletica Leggera furono quello di Valdagno nel 1933 e quello di Schio nel 1938, entrambi voluti da due imprenditori filantropi, rispettivamente il Conte Marzottoe il Barone Rossi.
Nell’immediato dopoguerra, la società di atletica leggera “guida” nella provincia di Vicenza fu la “Marzotto” di Valdagno che, negli anni Trenta, era fortissima nel settore femminile, e che nel dopoguerra si trasformò in una società maschile con sede a Vicenza.
Il condottiero di questa formazione fu il mitico Guido Perraro, a cui è intitolato l’attuale stadio.
Tra i suoi principali successi annoverò due partecipazioni olimpiche : la prima con Piergiorgio Cazzola, che corse nella staffetta 4×100 assieme a Livio Berruti a Roma nel 1960, conquistando un ottimo 4° posto; la seconda con Carlo Laverda, che corse anche lui nella staffetta 4×100, finalista sempre assieme con Berruti, a Mexico City nel 1968.
Successivamente, mentre si stava concludendo l’era di Perraro, verso la metà degli anni Sessanta, Sergio Ceroni fondò la CSI Fiamm Vicenza, gloriosa società a cui diedero importante apporto anche Eliseo Bernardi e Angelo Cavalli.
Quest’ultimo diresse per un buon periodo la società sportiva femminile FIAMMA Vicenza, la cui punta di diamante era una giovanissima Gabriella Dorio, ed in cui militava anche Rossella Gramola, mamma di Federica Del Buono.
Si arriva così al 1987, anno di fondazione di AV. Inizialmente il nome era Unione Atletica Palladio, poi dal 1997 cambiò in Idealux ed infine, nel 2002, divenne l’attuale Atletica Vicentina.
I vari Presidenti sono stati:
- dal 1987 al 1989 Emanuele DE BONIS
- dal 1989 al 1995 Luigi SEGALA
- dal 1995 al 1997 Paolo SAVEGNAGO
- dal 1997 al 2005 Enrico VIVIAN
- dal 2005 al 2017 Christian ZOVICO
- dal 2017 al 2020 Paolo NOARO
- dal 2021 ad oggi Barbara LAH
La caratteristica ammirata ed invidiata in tutt’Italia è la forma “consortile” adottata da AV secondo la quale, nel tempo si sono associate ben 11 società sportive della Provincia di Vicenza le quali, inizialmente a partire dalla categoria Juniores, e successivamente, dal 2008, a partire dalla categoria Allievi/e, decisero di fare confluire i loro atleti in un’unica società: Atletica Vicentina.
Storicamente le prime due società che hanno aderito all’idea sono state FIAMM e VIMAR Marostica, seguite a breve da Atletica Summano, Leonicena ed Atletica Arzignano; successivamente la “gestione Zovico” ha ampliato ed accelerato l’arrivo di altre società: nel 2008 Dueville, nel 2010 Schio, Cassola e Risorgive, nel 2014 Breganze e nel 2015 Valdagno.
Il beneficio che questa operazione ha portato è stato ed è tuttora innegabile in termini di sinergie a tutti i livelli e trova riscontro nei numerosissimi titoli e medaglie conquistati, soprattutto negli ultimi anni, culminati con l’Olimpiade di Rio 2016 a cui ha partecipato Matteo Galvan, raggiungendo la semifinale nei 200 piani.
Testo a cura dell’ing. Bruno Cerin.