Francesco Battistello (AV Brazzale), capitano della squadra maschile e consigliere, ha deciso di concludere i suoi impegni agonistici con i tricolori assoluti all’aperto che si sono disputati lo scorso agosto a Padova. Il 25enne saltatore, seguito da Lorenzo Zoccante e Barbara Lah, vanta come primati personali 7.07 nel lungo e 15.07 nel triplo. Da quattro anni ricopre il ruolo di consigliere. Battistello ha deciso di smettere di gareggiare, ma non si sa mai.
Come ti sei trovato a fare l’atleta e il consigliere?
L’esperienza come consigliere mi ha permesso di vedere con un occhio diverso il mondo dell’atletica leggera. Quando a 21 anni il presidente Paolo Noaro mi ha chiesto di entrare a far parte del direttivo non sapevo assolutamente come funzionasse una società di atletica. Da fuori può sembrare facile ma il lavoro che c’è dietro ad organizzare le trasferte, pianificare e organizzare gli eventi, preparare i documenti per la parte burocratica, gestire le comunicazioni sono solo alcune delle mansioni che si svolgono come dirigenti e l’impegno e l’attenzione richiesta non è da poco ma quando si gareggia e soprattutto quando si vedono gareggiare i ragazzi al massimo delle loro potenzialità è una soddisfazione immensa.
Ora dismesso i panni di atleta continuerai a sostenere la società, hai qualche progetto per il futuro? Quali saranno i tuoi compiti?
Ho smesso con l’attività agonistica a fine agosto con gli assoluti di Padova e questa scelta è stata ponderata in quanto ero in dirittura d’arrivo per la laurea magistrale e le 10 ore di allenamento a settimana iniziavano a pesarmi. A fine ottobre ho iniziato a lavorare e le energie a fine giornata non sono tantissime ma mi sono ripromesso che continuerò ad allenarmi un paio di volte a settimana appena si allungheranno le giornate e l’aria sarà più calda! Noi atleti siamo buone forchette e appena si molla un attimo con gli allenamenti c’è il rischio che la tartaruga si giri sottosopra!
Hai conseguito la laurea magistrale, quali sono i tuoi progetti lavorativi futuri?
Attualmente ho trovato lavoro in un’azienda in provincia di Vicenza che realizza componenti automotive, sono molto motivato ed interessato ad imparare cose nuove e dare il mio contributo all’azienda. Spero che l’esperienza come atleta mi possa aiutare a raggiungere gli obiettivi dell’azienda e i miei.
Ci racconti un po’ quando hai cominciato atletica e come è nato l’amore per il salto triplo.
Alle medie giocavo a calcio ma me la cavano abbastanza bene nel salto in alto, nel salto in lungo e nelle campestri. In terza superiore, con la squadra del Rossi, ho potuto partecipare ai campionati interregionali studenteschi e grazie al Prof. Cavaliere ho saltato 6.21m in lungo. Per curiosità ho deciso di provare ad allenarmi un po’ durante l’estate con Gianni Faccin a Dueville. A fine estate ho partecipato ai campionati nazionali CSI, mi è piaciuto sin da subito il clima tra i ragazzi e la possibilità di condividere la fatica. Poiché non mi è mai piaciuto correre troppo a lungo, Gianni mi ha consigliato di andare a Vicenza con Lorenzo Zoccante: Ho trovato, sin da subito, un gruppo molto forte con Francesco Turatello, Umberto Posenato, Giovanni Lubian, Harold Barruecos e Matteo Beria; ogni allenamento e ogni ripetuta era una gara. Dopo due gare ho centrato il minimo per gli italiani e un anno dopo ho superato, per la prima volta, 7 metri agli italiani junior di Torino. La scelta di passare al salto triplo è stata presa perché in AV c’erano 5 lunghisti da oltre 7.20m e i triplisti scarseggiavano, quindi ho iniziato ad allenarmi sotto la guida tecnica di Barbara Lah. Nei primi tempi non correva buon sangue tra di noi, continuavamo a litigare, ma dopo aver preso le misure ci siamo divertiti e anche tolti qualche soddisfazione (le ho fatto fare un record del mondo SF45 e lei mi ha fatto fare 15 metri).
Nella tua carriera hai partecipato a campionati italiani di categoria, universitari e assoluti, qual è stata la tua gara più bella o più significativa?
Dire quale sia la gara più bella è difficile, ricordo ogni campionato italiano sia di categoria che assoluto e di ognuno ho un ricordo speciale. Le trasferte ai campionati nazionali universitari sono state davvero divertenti, tra il viaggio in corriera e la goliardia dei ragazzi universitari e la passione per lo sport sono nate belle amicizie, una su tutte quella con Enrico Brazzale. Ma i campionati di società hanno un fascino speciale, sicuramente a Firenze nel 2019 non ho fatto la mia gara migliore ma il terzo posto con una squadra poco più che ventenne è stata una soddisfazione indescrivibile.
In questi anni sei stato il capitano della squadra maschile, come è stato ricoprire questo compito, che consigli hai dato ai giovani?
L’essere stato il capitano di una squadra come Atletica Vicentina è stato un onore oltre che un immenso piacere. Mi diverto sempre a chiacchierare con i ragazzi e le ragazze, sentire i loro obiettivi nella carriera sportiva e non solo, onestamente di consigli ne ho dati pochi…Sono sicuro che se i nostri giovani metteranno la stessa grinta e passione che hanno per l’atletica anche nello studio, nel lavoro e in tutto quello che fanno possono fare tutto quello che vogliono.
Hai concluso la tua carriera con gli assoluti di Padova con un regalo inaspettato. Come è stato disputare l’ultima gara?
Modesta carriera diciamo dai! A Padova ho affrontato la gara con il sorriso, cosa non scontata per il mio carattere nervoso. Mi sono goduto ogni salto, sia mio che degli avversari. Alla fine della gara ho ringraziato Barbara per tutto il tempo, la passione e la pazienza che mi ha concesso. Alla fine delle gare mi è stata regalata una maglietta con scritto “Al nostro capit-ano preferito” con le firme di tutti gli atleti e le atlete che hanno partecipato agli assoluti, mi ha fatto molto piacere, devo confessare che il gioco di parole lo ho molto apprezzato!
Continuerai comunque ad allenarti ogni tanto o coltiverai altre passioni, o inizierai ad allenare?
Attualmente non è semplice coltivare altre passioni, la pandemia ci ha limitato molto. Mi ero ripromesso che appena laureato avrei fatto un viaggio, spero di poterlo fare il prima possibile quando ci sarà concesso. Per quanto riguarda l’atletica, mi è stato dato tanto e voglio cercare di ridare almeno una piccola parte di questo. Onestamente non mi vedo ad allenare, preferisco il ruolo di dirigente, mi piacerebbe applicare qualche concetto ingegneristico per aiutare la gestione e risparmiare tempo e fatiche ai tanti volontari.