Toni Brunello, grande tifoso dell’AV, racconta le sue impressioni sulla finale allievi del 26 e 27 giugno. A distanza di una settimana, qualcuno ha voluto nuovamente celebrare il grande evento ospitato al Perraro dall’Atletica Vicentina.
Venerdì, sabato e domenica 25, 26, 27 giugno grande vittoria dell’Atletica Vicentina. Con la “a” minuscola e la “v” minuscola. Intesa come movimento. Quelle cose che riescono in un modo speciale solo nei momenti di rinascita, di uscita da fasi di buio. Quando non c’è stato ancora il tempo per dei distinguo. Invece, tutti per uno: dalle figure rappresentative a livello istituzionale, assessori ed ex assessori allo sport, ai delegati della federazione, a dirigenti, tecnici, atleti, esponenti del sodalizio informale Amici di Guido Perraro (il quale, non c’è dubbio, non si è perso una batteria, un lancio, un salto, una premiazione, una finale. Volato sullo sfondo qualche suo aspro sprone). Bisognava essere al campo la vigilia, venerdì pomeriggio e poi in piazza dei Signori la sera, alla presentazione ufficiale delle squadre, per essere in grado di apprezzare appieno questa realtà. Perché si sarebbe assistito al miracolo della moltiplicazione degli attori e dei ruoli. Un frenetico cambio di cappelli, protrattosi per tutto il week-end. Venerdì sera, tutto pronto, come una bomboniera infiocchettata. Ostacoli nuovi di zecca (ultimo sforzo dell’amministrazione comunale) pedane perfette, lucide, fosse dei salti con la sabbia come lisciata a mano, gabbie del lancio, ritti dei salti come sugli attenti. Ma fino al pomeriggio, ecco fra i tanti ancora in campo: come montatore ed elettricista, il direttore Sergio, poi nei giorni di gara direttamente impegnato nel posizionamento ostacoli, un’incombenza fra le tante; il perito meccanico e allenatore Ampelio, concentrato nella ricerca del gira-tubi per i bulloni dei ritti del salto con l’asta, per poi trasformarsi in giudice di gara e “guardiano” della staffetta; il vincitore del salto triplo Alessandro e l’argento del salto in alto femminile Alida (impegnata anche nel triplo) capaci come tanti altri compagni di squadra di virare a componenti dello staff con regolamentare divisa, non appena finita la propria gara; l’azzurro delle Olimpiadi studentesche Alessandro (candidato al podio se non fosse infortunato) incaricato del trasporto e del buon funzionamento delle casse acustiche; il tecnico del lungo Lorenzo, divenuto assiduo membro dello Staff nel lisciare la fossa della sabbia; il presidente Christian efficiente vigile urbano nell’indirizzare e poi accogliere gli atleti ospiti; campioni di ieri e di oggi, bassanesi e vicentini, ora allenatori, ora concorrenti, ora premiatori ufficiali, insieme alle autorità più blasonate, di terzi e addirittura di… parenti. Si registrava una tale moltitudine di attori, che sembrava di essere ai Mondiali di Football in Sudafrica, dove si legge fossero davvero in tanti ad aver fatto viaggio per assistere la squadra… (Oh, pardon. Forse questo no). Riabilitato il campo, ora Perraro, già dequalificato qualche decennio fa? Sì, anche questo, ma molto più vero dire che è stata abilitata l’atletica del vicentino. Una vivacità agonistica, una qualità tecnica e di tifo che non si ricordava dai tempi d’oro dei Campionati studenteschi di “Ceriniana” memoria. E prestazioni: quasi entusiasmato a sua volta, il Campo Perraro ha restituito agli atleti che lo hanno calpestato quanto di meglio aveva: piste e pedane, sollecitate, hanno promosso una cascata di primati personali. Alla fine qualcuno – distratto dallo spumeggiare delle corse, dei lanci, dei salti – non si era accorto di quel che era successo, e ancora si chiedeva chi avesse vinto. “Diamine, l’atletica vicentina!”.