Studierà al Politecnico di Milano grazie alla Gemmo Impianti
L’atletica leggera sulla strada che ha portato Mattia Crivellaro a vincere la borsa di studio “Franco Gemmo” istituito dalla Gemmo Impianti, azienda vicentina leader mondiale nel suo settore. L’atleta arancione, che in estate ha conseguito la maturità all’Istituto Rossi con il massimo dei voti, si è aggiudicato la prestigiosa borsa di studio che gli permetterà di compiere gli studi universitari in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano. Mattia, bravo in pista e a scuola, si presta ad essere un ottimo esempio di come lo sport, in particolare l’atletica, rappresenti un’esperienza decisiva all’interno del percorso formativo di una persona. Dopo essersi diplomato all’Istituto Tecnico Rossi con 100/100, Mattia ha vinto la borsa di studio che è stata istituita dalla famiglia Gemmo per espresso desiderio del padre. Realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano, la borsa di studio viene conferita annualmente ad un diplomato del Rossi che intende proseguire gli studi universitari e prevede la copertura totale delle spese dei 5 anni di studio presso il corso di laurea in ingegneria del Politecnico di Milano, oltre alle spese per un’esperienza di studio presso un’Università estera e, al conseguimento della laurea specialistica, la possibilità di entrare in Gemmo SpA con un contratto a tempo determinato di un anno. Mattia, che gareggia per l’Atletica Vicentina (si allena con il gruppo dei velocisti seguito da Umberto Pegoraro), è uno abituato a vedere il traguardo. In questa intervista, parla della sua esperienza e, in particolare, di come l’atletica l’abbia aiutato nel suo percorso di studi, culminato con il 100 della maturità e la vittoria della borsa di studio. Quest’anno ha corso, al secondo anno di categoria juniores, in un apprezzabile 22”52 sui 200m e ha limato di un secondo il suo limite sui 400 metri.
Impegno, sacrificio e coraggio. L’atletica maestra di vita
Mens sana in corpore sano, dicevano gli Antichi. E tutti sappiamo quanto questa massima abbia ragione, se letta da persone che praticano sport. L’atletica leggera, tra tutte le discipline, è senza dubbio quella più impegnativa. Lo sforzo richiesto ad ogni atleta, che prepara una competizione, è altissimo. L’allenamento presuppone un intenso impegno fisico, oltre che mentale-psicologico. L’atletica insegna molto. Insegna a lottare per un obiettivo, insegna ad avere fiducia nei propri mezzi, dà un significato al termine “sacrificio”. Fatica e abnegazione, questa è l’atletica, che insegna a soffrire. Chi fa atletica, sa superare le difficoltà che incontra nella vita. L’atletica prepara al mondo del lavoro, in cui vengono richiesti appunto impegno, sacrificio, capacità e competitività. L’atletica viene in aiuto alla persona, ma anche alle imprese o ai luoghi di lavoro che un domani accoglieranno coloro che l’atletica la praticano oggi o l’hanno praticata.
L’intervista
Cento alla maturità e borsa di studio. Una doppietta che non lascia indifferenti. Come ci si sente? Era un risultato in parte atteso oppure si è trattato di una sorpresa?
Sinceramente devo dire che per quel che riguarda il cento alla maturità ho lavorato duramente, soprattutto nel triennio, e quindi speravo di raggiungere tale obiettivo. Certamente non era una cosa scontata, anche perché l’esame non è stato dei più semplici per noi del Tecnico, comunque è stata davvero una bella soddisfazione. La borsa si studio è stata una cosa particolare. A gennaio, in occasione della presentazione, avevano fatto chiaramente capire che sarebbe stata assegnata al migliore dei maturandi 2010. Già in aprile mi ero informato perché non volevo farmi scappare un’occasione così importante e quando a luglio sono riuscito a uscire col 100 ho capito che avrei avuto molte possibilità di vincerla, anche perché eravamo solo in quattro ad averla chiesta (i quattro che avevano preso 100). Diciamo che è stata la ciliegina sulla torta che ha completato al meglio i cinque anni delle superiori.
Hai scelto di studiare ingegneria meccanica, un indirizzo molto impegnativo. Come mai questa scelta?
Da sempre ho la passione per la meccanica, per i motori e le automobili in particolare. Mio padre ha un’officina dove aggiusta macchine per il movimento terra (ruspe) e da quand’ero bambino ho sempre passato un mucchio di tempo a contatto con questo mondo e quindi è nata questa passione che poi si è indirizzata verso le auto e la meccanica in genere. A scuola sono sempre andato bene e quindi mi è venuto abbastanza naturale indirizzarmi verso ingegneria meccanica.
I tuoi successi scolastici non ti hanno impedito di portare avanti, e con ottimi risultati, anche la passione per l’atletica. Come sei riuscito a mantenere entrambi gli impegni?
L’altra mia grande passione è lo sport. Da piccolo ho praticato il nuoto e d’inverno vado a sciare; d’estate non mi dispiacciono i giri in bici su e giù per i colli Berici ed Euganei. Grazie alle gare scolastiche nel periodo in cui frequentavo le scuole Medie, ho conosciuto e cominciato a praticare l’atletica. Col passare degli anni mi sono appassionato sempre di più anche perché grazie all’Atletica Vicentina ho potuto partecipare a gare importanti ed entrare in contatto con la migliore atletica italiana. Quando fai qualcosa che ti piace e che ti dà soddisfazione fai il possibile per riuscire a combinare tutto al meglio. Non è stato facile conciliare il tempo da dedicare allo studio con quello da dedicare agli allenamenti e alle gare, ma questo è un problema comune a tutti i ragazzi che praticano sport e in particolare l’atletica che richiede un impegno quotidiano, comunque fino a quando c’è la volontà e la voglia il tempo lo si trova.
L’atletica è uno sport che richiede fatica e sacrificio. Quest’anno hai dato il massimo sia in pista, migliorandoti notevolmente sulle distanze dei 200m e dei 400m, sia sui libri. È la dimostrazione che sport e studio possono felicemente “convivere”. Puoi raccontare la tua esperienza personale?
Quand’ero ancora al secondo anno di Superiori facevo sì e no due allenamenti a settimana perché mi pareva di non riuscire a combinare lo sport con lo studio. Poi, come ho già detto, sono passato all’Atletica Vicentina e lì ho dovuto scegliere: o ci si allenava di più per partecipare alle gare oppure si facevano i soliti due allenamenti tanto per non star fermi, ma non si poteva pretendere di ottenere risultati importanti. Umberto Pegoraro, il mio tecnico, mi ha detto di provare ad allenarmi di più anche se comunque la scuola rimaneva la priorità. Io fortunatamente ho ascoltato il suo consiglio, ho cominciato ad allenarmi prima 4 e poi 5 volte a settimana, ho visto che l’atletica mi piaceva veramente e quindi mi sono impegnato ad ottimizzare il tempo dello studio. Prima avendo tutto il pomeriggio libero, me la prendevo con calma, si studiava un po’, poi una pausa e così via. Da quando ho cominciato ad allenarmi seriamente, e a tal proposito devo ringraziare sicuramente anche Giacomo Dalla Pria che mi ha sempre seguito sin da quand’ero cadetto, avevo tre o al massimo quattro ore al pomeriggio per pranzare e studiare e quindi ho imparato ad organizzarmi, a non perdere tempo e mi sono accorto che quello che prima facevo in 3-4 ore si poteva fare in meno di due. Per me è stato fondamentale fare sport proprio perché oltre a divertirti impari a gestire il tuo tempo e a non sprecarlo, dire non ci riesco ancora prima di provare non ha senso. Lo sport e lo studio possono convivere solo se si ha voglia di farli entrambi e ci si impegna sia nell’uno che nell’altro.
In cosa realmente l’atletica ha contribuito per renderti uno studente così bravo e quanto ti ha aiutato nella tua crescita personale?
È stata fondamentale perché mi ha insegnato a gestire i miei impegni. Grazie all’atletica ho imparato a conoscermi, a capire quando una cosa era alla mia portata e quando era meglio fermarsi prima di rovinare tutto. Faccio presente che sia in 4^ che in 5^ superiore ho partecipato a due progetti extra scolastici nominati dalla Confartigianato: “Progetto Igino Dal Toso” che tra l’altro ho portato come tesina all’esame. Era quindi un impegno in più che mi ha occupato per diversi pomeriggi e fine settimana, eppure sono riuscito a fare tutto. Sostanzialmente se hai voglia di fare qualcosa trovi il modo di farla. Il segreto è organizzarsi al meglio e ancor più importante impegnarsi subito a fare le cose bene così una volta fatte poi non serve perdere altro tempo a rivederle.
Proiettati nel mondo del lavoro tra qualche anno. Quanto pensi potrà contare la tua esperienza nell’atletica leggera rispetto alle performance professionali che potrai esprimere?
Secondo me si dimostrerà un’esperienza fondamentale perché mi ha fatto capire che con un po’ di impegno si possono fare veramente tante cose. Questo spero si rifletta un giorno sul lavoro, nel fatto di avere una marcia in più, nell’essere sempre pronti a nuove sfide. E soprattutto l’atletica mi ha fatto capire che nulla è regalato, che senza impegno e costanza non si va lontano e che comunque si può sempre migliorare, fare qualcosa di più.